Qualche giorno fa mi sono trovato ad intraprendere una discussione su Facebook su un argomento molto delicato: ovvero il rischio imprenditoriale contro il rischio del lavoratore dipendente.
Se già mi conosci sai che considero il rischio di mettere la propria vita nelle mani di terzi molto maggiore rispetto al rischio imprenditoriale.
Ai giorni nostri è possibile avviare vere e proprie attività con pochissimi soldi ed allo stesso modo abbiamo la possibilità di accedere a del credito (non tramite banche) che solo qualche anno fa era impensabile. Non solo ci sono investitori disposti ad ascoltarti per valutare il tuo progetto, ma esistono siti che permettono di raccogliere i fondi necessari per partire direttamente dagli acquirenti finali (ad esempio il sito KickStarter).
Non esistono più lavori che puoi fare per tutta la vita per poi andare in pensione. Questo è un dato di fatto.
E visto che l’unico modo per controllare la tua vita è fare affidamento su te stesso, io ritengo sia molto più saggio creare e costruirsi un lavoro che amiamo, che sia una passione, e che dipenda principalmente da noi.
Quante persone restano a casa perché l’azienda in cui lavorano fallisce?
La loro intera vita è nelle mani di qualcun altro. Si trovano a piedi da un giorno all’altro con una famiglia da mantenere. Personalmente credo sia un rischio assurdo.
Allo stesso modo, prendere una laurea che hanno altre migliaia di persone, ti rende uguale ad altre mille persone. A questo punto entra in gioco la legge della domanda e dell’offerta, e le aziende possono dettare le loro condizioni, assumendo laureati a stipendi ridicoli.
Effettivamente dal loro punto di vista cosa cambia? Per loro cosa cambia? Un laureato è un laureato.
Io sono convinto che già oggi sia necessario “costruirsi” il proprio lavoro.
Ne parlo in una delle mie pillole, e spiego anche perché sono arrivato a questa conclusione. Quindi non se non sei ancora iscritti, fallo subito cliccando qui sotto! 🙂
Se ti accontenti dell’educazione scolastica perché “si è sempre fatto così” e non sei disposto e cambiare, non sorprenderti se in questo mondo non hai lavoro e devi accettare quello che trovi.
Se sei una persona “inutile” per l’azienda, non ti offendere, inutile NON in senso personale, ma nel senso che non crei nessun tipo di valore aggiunto, e ti possono sostituire con altre migliaia di persone.
Nel momento che sviluppi competenze particolari e uniche, allora hai un valore aggiunto. Se un’azienda vuole te, hai il coltello dalla parte del manico. Cercano proprio te perché hai qualcosa che altri non hanno; in questo modo puoi davvero fare la differenza e lavorare da “dipendente” in modo abbastanza sicuro. Ancor più se molte aziende vogliono proprio te!
Ed il punto è proprio questo, la scuola non ti insegna a creare valore, mentre le aziende DEVONO offrire valore ai propri clienti per sopravvivere. E per farlo servono persone in grado di crearlo.
E tu che valore porti alle aziende in cui vuoi essere assunto?
Un’azienda solida mi garantisce un futuro!
Cosa dire di chi lavora in Alitalia?
Fino a qualche anno fa era convinto di poter lavorare lì per tutta la vita…
E i dipendenti dell’Ilva?
Stessa cosa… la situazione è terribile!
Ci saranno sicuramente aziende che possono dare questa sicurezza, ma quali sono? Si contano sulla dita di una mano e hanno un potere contrattuale, vista la domanda, che gli permette di dettare le regole a loro piacimento, proprio perché c’è una domanda a dir poco esagerata.
Siamo in un periodo di sovrapproduzione, dove le aziende devono produrre sempre di più per riuscire a sostenersi, cose che non servono a nessuno, ma non importa, bisogna produrre cose che non si venderanno, tagliare i costi per riuscire a sopravvivere, in un circolo vizioso che sta distruggendo tutto (non dilago su questo punto perché andrei sull’utopistico).
L’importanza della laurea
Ora ti do una brutta notizia.. Se non fai un lavoro davvero specifico, ad esempio medico o avvocato, in Italia la laurea è pressoché inutile. Come ho già scritto sopra, c’è troppa offerta e di fatto la laurea NON garantisce niente. (Per fortuna all’estero la situazione è migliore, i laureati sono pagati meglio e sono più ricercati)
E’ più rischioso fare l’imprenditore o il dipendente?
Come ho già scritto, se hai delle competenze così specifiche ed avanzate che ti rendono super attraente per il mercato, non dovresti avere problemi. Però considera anche a come sta cambiando il mondo del lavoro… I lavori più ricercati ora non esistevano 20 anni fa…. andiamo a scuola per imparare una professione che, quando avremo terminato gli studi, forse non esisterà più.
Ammetto che la situazione è inquietante.
Ti dico a cuore aperto cosa ne penso.
Se hai delle vere competenze, che ritengo essere quelle essenziali ai giorni nostri, potrai lavorare dove vuoi, non esiste azienda che non vorrebbe una persona con le tue qualità.
Ma una volta acquisite queste competenze, ti renderai conto che non ha senso metterle a disposizione di altri, quando potresti tranquillamente avviare una tua azienda, avendo quasi la certezza di trasformarla in un successo!
Queste competenze riguardano in senso generale il marketing, cioè la capacità di trovare clienti, di vendita, e le basi del Brand Positioning, per renderti immune dalla concorrenza.
Detto così sembra facile, ma entrambi gli argomenti hanno così tanti aspetti che è impossibile padroneggiarli tutti!
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